Honda Italia Industriale nasce ad Atessa (CH) nel 1971.

Inizialmente si dedica all’assemblaggio di motocicli provenienti dalla Casa Madre e già nel 1976 inaugura la produzione diretta sul territorio nazionale. Dal 1985 iniziano le esportazioni con il modello XL125, mentre a raggiungere il Giappone per prima, nel 1987, è l’NS125. Nel 1994 la produzione si arricchisce del settore maximoto con il Dominator NX 650.

Nel settembre 2000 viene inaugurata la nuova sede di Roma che ospita la struttura commerciale dell’azienda, la divisione post-vendita e la Scuola di Addestramento Tecnico per i corsi di aggiornamento rivolti alla rete di assistenza.

Attualmente la Honda Italia Industriale produce e vende moto, scooter e motori di primo impianto (power equipment), per un fatturato annuo che supera i 600 milioni di euro con una struttura organizzativa di oltre 1.000 persone.

Attraverso la gestione diretta di tutte le fasi strategiche del processo produttivo, Honda Italia è in grado di utilizzare i propri impianti per passare, sfruttando la massima flessibilità, dalla produzione dei veicoli a due ruote a quella dei motori. Oggi l’azienda ha un capacità produttiva annua di 200.000 veicoli a due ruote e 1.000.000 di motori.

 

L’esigenza

Per avere flessibilità, sicurezza e qualità, l’Information Technology ha sempre avuto un ruolo fondamentale per Honda e la collaborazione con  IBM risale già ai primi anni di vita dello stabilimento. Tuttavia, oggi più che mai l’infrastruttura tecnologica svolge un ruolo chiave perchè la gestione efficace e sicura dei dati assume un’importanza strategica in tutti i processi aziendali.

Le nuove esigenze di business richiedevano una rinnovamento dell’infrastruttura che garantisse efficienza e continuità operativa, 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, con la possibilità di accedere ai dati sempre in maniera tempestiva e puntuale. Per affrontare questo rinnovamento pero’ era fondamentale che il progetto si realizzasse nel rispetto dei budget stanziati e dei tempi concordati e che portasse risultati sostanziali sul fronte della semplificazione e della riduzione dei costi di gestione.

 

La soluzione

APRA, business partner IBM specializzato nelle soluzioni Storage, ha disegnato e predisposto un piano pluriennale che consentisse, con un budget minimo annuale, di arrivare ad avere un sistema con:

– Recovery Time Objective 0: il sistema prevede ripristino da guasto (fino alla perdita di un intero sito) automatico, non presidiato, e senza interruzione di servizio per macchine vitali

– Recovery Point Objective 0 per l’ambiente VMware: Ogni dato salvato viene scritto direttamente in entrambi i siti;

– Recovery Point Objective 0 per l’ambiente linux on Power (mission critical);

– Recovery Point Objective < 20 minuti per l’ambiente file sharing CIFS. Questo permette una significativa riduzione dell’investimento a fronte di nessuna effettiva perdita di dati aziendali vitali;

– hardware con disponibilitá evolutiva fino alla scadenza del leasing operativo senza integrazioni estemporanee;

– storage unificato file/blocchi semplice da gestire e scalabile

 

Il progetto

Il progetto presentato ed approvato prevedeva sei fasi fondamentali, da realizzarsi in linea con i budget stanziati. Ideatori e responsabili di questo rinnovamento sono stati Nicola Marrone, CIO dell’azienda, e Luca Melchiorre, responsabile dei sistemi informativi.

Le tappe principali sono state: realizzazione connettivitá fibra (fc/ethernet) tra le due sale macchine; sostituzione delle macchine SystemP e SystemX con BladeCenter, PS700 (con VIOS) e HX5; sostituzione dei due storage IBM DS4700 e N-Series con V7000 Unified, importazione dei dati con minor fermo possibile; ridondanza e replica sincrona (blocchi) e asincrona (files) con un secondo V7000 unified; installazione secondo BladeCenter speculare; installazione di IBM SAN Volume Controller “on-top” per il raggiungimento di RTO 0.

 

I vantaggi

La soluzione V7000 Unified permette di gestire con un unico storage ed un’unica interfaccia sia l’accesso a livello blocco (fc/iscsi) sia files (SMB/NFS). Oltre a ciò, riesce a presentare la stessa share sia via CIFS, sia via NFS: una richiesta imperativa della soluzione, che vede alcune shares scritte da machine AIX e lette da client Windows.

La potenza del modulo FC V7000 è in grado di gestire in maniera dinamica l’aumento delle richieste sia in termini di I/O sia di spazio: può infatti crescere fino a 32000 IOPS e ben nove cassetti storage senza colpo ferire.

La scelta del San Volum Controller  è stata naturale:  lo stesso software che gestisce il sistema V7000 deriva da SVC. Questo mette al riparo il cliente da problemi di compatibilità nel futuro. Inoltre è scalabile, quindi pronto a recepire le nuove esigenze di business.

La scelta dei BladeCenter consente di avere elevati livelli di efficienza, risparmio energetico e riduzione degli spazi occupati. Una volta cablato il BladeCenter, ogni successiva espansione richiede pochi minuti invece di ore, con una consolle di gesione unificata. Le lame, inoltre, possono essere spostate in pochissimo dalla sala macchine principale a quella di backup in caso di disastro. L’architettura Linux on Power è ospitata dalle lame PS700 con VIOS; inoltre, una infrastruttura DB2 con HACMP protegge le applicazioni e i db da fermo.