Il termine “whistleblowing” si riferisce alla pratica di segnalare violazioni della normativa interna oltre che quella dell’UE che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’amministrazione pubblica o dell’ente privato di cui i segnalanti siano venuti a conoscenza in un contesto lavorativo. Questo atto di coraggio e integrità può rivelare problemi nascosti e promuovere la trasparenza all’interno delle organizzazioni. In Italia, la normativa sul whistleblowing è regolamentata dal recente D. Lgs 24/2023 pubblicato il 15 marzo, in recepimento della Direttiva Comunitaria 1937/2019 e offre protezione a coloro che scelgono di segnalare irregolarità.

Chi è Considerato un Whistleblower?
Un whistleblower può essere chiunque, sia interno (lavoratori dipendenti, collaboratori, tirocinanti, soci, azionisti, management …) che esterno (consulenti, liberi professionisti, ecc) all’organizzazione, che segnala una violazione di legge o di regolamenti interni.
Si tratta quindi dell’azione di un lavoratore/collaboratore che, durante l’attività lavorativa sia in ambito pubblico che privato, rileva e vuole “segnalare” un illecito, una possibile frode, un pericolo o un altro serio rischio che possa danneggiare clienti, colleghi, azionisti, il pubblico o la stessa reputazione dell’impresa/ente pubblico.

 

La Direttiva sul Whistleblowing in Italia
La Direttiva europea sul Whistleblowing nasce con l’obiettivo di rafforzare la protezione dei soggetti che segnalano violazioni delle disposizioni normative comunitarie su tutto il territorio dell’Unione e di armonizzare le legislazioni dei 27 Stati membri, con l’introduzione di uno standard minimo, imprescindibile, di tutela dei segnalanti dalle ritorsioni.


La Legge 179/2017
La Legge 179/2017 è la principale normativa che regola il whistleblowing in Italia. Questa legge è stata promulgata con l’obiettivo di promuovere una cultura di segnalazione delle irregolarità all’interno delle organizzazioni, consentendo ai whistleblower di esporre comportamenti illeciti senza paura di ritorsioni. Questo quadro giuridico è fondamentale per garantire la protezione di coloro che denunciano violazioni.

 

A chi si rivolge

  • PA: tutte le amministrazioni pubbliche (art. 1, co. 2, del d.lgs. n. 165 del 2001), le società a controllo pubblico, i concessionari di pubblico servizio, gli enti pubblici economici;
  • Aziende: tutte le aziende con più di 50 dipendenti in media nell’ultimo anno;
  • MOG: aziende con MOG 231, indipendentemente dal numero di dipendenti

 

Come funziona la normativa sul Whistleblowing
La norma prevede che le organizzazioni devono istituire procedure di segnalazione interne per consentire ai whistleblower di segnalare in modo confidenziale le irregolarità. Queste procedure devono essere progettate per garantire la riservatezza e la protezione del whistleblower.

Tramite questo strumento messo a disposizione del lavoratore si possono segnalare tempestivamente eventuali tipologie di rischi, quali:

  • danni ambientali
  • pericoli sul luogo di lavoro
  • discriminazioni
  • frodi all’interno, ai danni o ad opera dell’organizzazione
  • negligenze mediche
  • false comunicazioni sociali
  • illecite operazioni finanziarie
  • minacce alla salute
  • casi di corruzione e molti altri ancora

 

Procedura delle segnalazioni
Ma dopo essere venuto a conoscenza di un illecito, in che modo deve essere segnalato?
Al riguardo, la Diretta UE stabilisce che è possibile effettuare la comunicazione in tre modi diversi:

  • all’interno dell’ente interessato (ad esempio all’azienda)
  • direttamente alle autorità nazionali competenti
  • nonché agli organi e le agenzie competenti dell’Ue

 

Attuazione della direttiva: date da ricordare

30 Marzo – Entrata in vigore: entrata in vigore del Decreto Legislativo 10 marzo 2023, n. 24, recante attuazione della direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019

15 Luglio – Obbligo per le aziende con più di 250 dipendenti: Data dalla quale le imprese con 250 o più dipendenti devono adottare le disposizioni del decreto

17 Dicembre – Obbligo per le aziende con più di 50 dipendenti: entro tale data dovranno adeguarsi alla normativa anche le aziende che hanno impiegato tra i 50 e i 249 dipendenti nell’ultimo anno.

 

Le sanzioni
Nel caso di violazioni, l’autorità competente ANAC avrà il diritto di applicare al responsabile sanzioni amministrative pecuniarie fino a € 50.000.

  • Da 000 a 30.000 euro in caso di ritorsioni o ostacoli alle segnalazioni o ancora, violazione della riservatezza
  • Da 10.000 a 50.000 euro nel caso non sia stato istituito il canale di segnalazione, non siano state adottate procedure di gestione non conformi o in cado si mancato svolgimento dell’attività di verifica e analisi delle segnalazioni in entrata

 

La protezione del Whistleblower
Una volta effettuata una segnalazione, l’organizzazione è tenuta a indagare sulla questione e, se necessario, adottare misure correttive. Inoltre, la legge vieta specificamente qualsiasi forma di ritorsione contro il whistleblower. Queste protezioni includono il divieto di licenziamento, sanzioni disciplinari o qualsiasi altra azione discriminatoria.

La norma prevede diverse forme di protezione per i whistleblower. Queste includono:

  • Anonimato: I whistleblower possono scegliere di rimanere anonimi durante il processo di segnalazione, proteggendo così la loro identità.
  • Protezione Legale: I whistleblower non possono essere perseguitati legalmente per aver fatto una segnalazione in buona fede.
  • Ritorsioni Proibite: L’organizzazione è tenuta a vietare qualsiasi forma di ritorsione contro il whistleblower, come il licenziamento o sanzioni disciplinari.
  • Riservatezza: Le informazioni fornite dai whistleblower devono essere mantenute confidenziali.

La protezione è allargata anche ai facilitatori, ovvero ai colleghi ed ai parenti che aiutano il whistleblower nel suo percorso di segnalazione.

 

Obblighi per le aziende
Le organizzazioni in Italia sono tenute a ad istituire procedure interne di segnalazione ovvero canali di segnalazione che garantiscano, anche tramite il ricorso a strumenti di crittografia, la riservatezza. Queste procedure dovrebbero essere ben documentate e rese disponibili a tutti i dipendenti. Inoltre, le aziende sono tenute a garantire la formazione del personale sul whistleblowing e le relative procedure.

 

Conclusioni
La normativa sul whistleblowing in Italia offre una protezione significativa per coloro che scelgono di segnalare irregolarità all’interno delle organizzazioni. Questo promuove la trasparenza, la responsabilità e la legalità all’interno delle aziende. Tuttavia, è fondamentale che le aziende rispettino questi obblighi e istituiscano procedure efficaci per garantire la conformità alla legge e la protezione dei whistleblower. Il whistleblowing è un elemento cruciale per il miglioramento della governance aziendale e la prevenzione delle pratiche illegali. La sua implementazione corretta non solo beneficia le organizzazioni, ma contribuisce anche a rafforzare l’integrità e la fiducia nei luoghi di lavoro italiani.

 

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  • Assoluta riservatezza circa l’identità del segnalante
  • Facile implementazione senza compromettere in alcun modo processi interni di sicurezza e informatica e archiviazione dati
  • Sistema flessibile in base alle esigenze aziendali
  • Il trattamento dei dati avviene nel rispetto del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR)
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Il segnalante può scegliere se inserire un illecito in modalità completamente anonima o firmata, allegando alla segnalazione materiale aggiuntivo come documenti o foto, seguendole infine tutto lo stato di avanzamento.

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